Incontro per Emanuela a Piazza Sant'Apollinare
Sabato 21 gennaio si è svolta in piazza Sant'Apollinare a Roma, una bella e toccante manifestazione in onore di Emanuela, per chiedere come sempre verità, ma anche per chiedere spiegazioni sull'insolita sepoltura di Renatino De Pedis, boss della Banda della Magliana, in quella Basilica.
Come prontamente documentato dal programma "Chi l'ha visto?", era presente in piazza un uomo della Gendarmeria Vaticana intento a fotografare (con una signora macchina fotografica!) i manifestanti e i volantini che tra essi circolavano. E a rispondere alla domanda "Come mai questo insolito fatto?" ci ha pensato ieri il Vaticano stesso con questo comunicato stampa, indirizzato alla trasmissione di Rai3:
1) Emanuela Orlandi, 15 anni, cittadina vaticana, figlia del messo pontificio Ercole, studentessa di II liceo amante della musica, fu strappata alla sua famiglia il 22 giugno 1983. Nei mesi precedenti lo
SDECE (servizi segreti francesi) aveva lanciato un allarme sull’imminente sequestro di un cittadino vaticano. Perché Santa Sede e Stato italiano (ministero dell’Interno, Procura, organi investigativi) sottovalutarono o negarono tale allarme?
2) Tre mesi dopo il sequestro un agente del Sisde annunciò alla famiglia: “Entro 15 giorni vi riconsegneremo Emanuela: mi raccomando, è stanca, portatela fuori Roma, in un posto tranquillo”. Poi negò di aver mai pronunciato quelle frasi. Cosa sapeva o gli avevano detto i suoi superiori?
3) Alla vigilia del Natale 1983 papa Giovanni Paolo II, durante una visita in casa Orlandi, disse ai familiari: “Quello di Emanuela è un caso di terrorismo internazionale”. Di quali elementi era in possesso? Perché questa pista è stata successivamente seppellita?
4) Perché il Papa poi divenuto Beato, capace di abbattere il muro di Berlino e farsi amare da milioni di fedeli, non è riuscito a scalfire il muro di silenzi attorno alla scomparsa di una ragazzina innocente, sua concittadina?
5) I nastri con le registrazioni telefoniche tra i rapitori e la Segreteria di Stato per chiedere lo scambio di Emanuela con Alì Agca risultano scomparsi. Perché lo Stato Vaticano ha respinto
tutte le rogatorie chieste dallo Stato italiano e sistematicamente negato la collaborazione prevista dai Patti Lateranensi?
6) Un alto funzionario della vigilanza vaticana dieci anni dopo il sequestro, alla vigilia di un suo interrogatorio in Procura, chiese a un suo superiore come comportarsi, e gli fu intimato: “… Le cose che sai tu non dir eniente… soprattutto non dire che la cosa è andata in Segreteria di Stato…”. La conversazione fu intercettata. Risponde al vero che tale funzionario, indagato per reticenza, ha ottenuto la cittadinanza vaticana ed è tuttora in servizio nella Santa Sede? Perché
sia gli inquirenti italiani sia lo stesso Vaticano non hanno mai chiarito questo fatto?
7) Nell’agosto 1983 Emanuela, secondo due testimonianze, fu portata in Alto Adige, e da lì in Germania. In seguito a tali segnalazioni fu aperta un’inchiesta con quattro indagati per sequestro di persona, tra i quali un funzionario del Sismi, cognato del proprietario del maso nel quale Emanuela fu vista entrare. Perché di questa indagine non si è mai data notizia? In base a quali prove nel 1997 si arrivò al proscioglimento? Perché nel 1997 fu deciso di non concedere la proroga alle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e sull’attentato a papa Giovanni Paolo II?
9) Perché la “pista della banda della Magliana”, fatta passare davanti all’opinione pubblica come risolutiva del caso, non ha portato a risultati concreti nonostante se ne parli dal 2008? L’unico indagato finito in carcere (per altri motivi) nel frattempo è tornato in libertà.
10) Perché da anni la Procura di Roma tarda (dopo averlo annunciato più volte) ad aprire la tomba del boss della Magliana, Enrico De Pedis detto “Renatino”, inspiegabilmente sepolto nella basilica di Sant’Apollinare a Roma?*
*per questa eventualità, più di un anno fa è stato eseguito un test del DNA sui familiari di Emanuela (ndr)
Grazie a Mel per l'articolo
Padre Pedro Huidobro, il rettore, l' aveva incontrato venerdì sotto l' altare: «Senta, volevo avvisarla che verremo in tanti, domani...». Il sacerdote aveva ascoltato assorto. Poi gli aveva sorriso: «Sono vicino a te e alla tua famiglia, Pietro. Per voi Orlandi le porte di questa chiesa sono sempre aperte». Ma ieri no, il portone di Sant' Apollinare è rimasto sbarrato. Quasi interamente coperto da un enorme striscione («Nessuno Stato né tantomeno la Chiesa possono giustificare la criminalità»), mentre lì di fronte tantissimi tenevano in alto la foto della ragazza scomparsa, alcuni mostravano lenzuola con su scritto «Fuori De Pedis dalla basilica», altri appendevano a uno spago tra due lampioni frasi come «anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti», mutuate da altre stagioni di protesta, Fabrizio De Andrè e il Maggio francese. Il caso Orlandi e il mistero della tomba: ieri pomeriggio, quando alle 16 è iniziata la manifestazione organizzata dal fratello di Emanuela e diventata un evento grazie al tamtam sul web , la scena faceva impressione. Oltre 500 persone davanti a Sant' Apollinare guardavano in assoluto silenzio due volontari che srotolavano la scritta di 4 metri per 2 e collocavano più in basso la «nuova» targa toponomastica: «Piazza Emanuela Orlandi» e, sotto, «Nei cuori dal 22 giugno 1983».
Ecco, la presa simbolica della piazza dei misteri (dove la figlia del messo pontificio di papa Wojtyla fu vista uscire dalla lezione di flauto per l' ultima volta e dove è sepolto Enrico De Pedis, capo indiscusso della banda della Magliana ma «grande benefattore» per l' allora rettore della basilica) è tutta lì, in quell' istantanea. «Quante volte l' ho aspettata qui con la moto, per portarla a casa», ricordava Pietro. Come fosse ieri: sono passati quasi tre decenni. E lui ancora la cerca, la sorella di 9 anni più piccola, resa tristemente famosa da quella fascetta dei manifesti che adesso tante manifestanti esibiscono sulla fronte. Un simbolo di appartenenza e di calore umano: l' orgoglio di esserci. «Grazie alla vostra spinta finalmente ci sentiamo più forti - scandisce adesso il fratello, impugnando un microfono allacciato alla presa del bar di fronte - Ho scelto questo posto perché la sepoltura di De Pedis è lo snodo di quel legame omertoso tra Stato, Chiesa e criminalità che si è portato via Emanuela». Pausa. Di nuovo silenzio. Tutti lo scrutano. Pietro si sbottona la giacca e mostra la maglia azzurra con la foto di un giudice siciliano famoso. « Per sciogliere quel legame - riprende gridando - servono autorità politiche non inclini a piegarsi al potere vaticano, una papa coraggioso e magistrati senza paura, come Falcone e Borsellino». Scatta l' applauso. Tutti gli si fanno attorno per stringergli la mano, incitarlo. Molti sono venuti in treno da lontano. Come Mario Sapellani e sua moglie Rosi, di Biella: «Sono medico, farò girare la petizione al papa tra i miei pazienti. Sono stufo di misteri: Piazza Fontana, Italicus, Ustica, Brescia, Claps, Orlandi... Possono bastare?». Maura Feliciani insegna matematica e vive a Bologna: «Ho sempre avuto l' immagine dei manifesti in mente: voglio verità». Maria Antonietta Sambati, operatrice sociosanitaria, abita a Lacchiarella, vicino Milano. «Sono qui - ironizza - perché non ho i soldi per comprarmi un posto in Paradiso, come De Pedis». Cala la luce, si accendono la candele. É il momento più intenso: Gemma, una tredicenne arrivata da Siena con la mamma, improvvisa un concertino per ricordare Emanuela. Da Blowing in the Wind all' inno di Mameli. Pietro, la moglie Patrizia e gli altri ascoltano rapiti. É un attimo: le note finiscono, Gemma non regge all' emozione. Scoppia a piangere talmente forte e con lacrime talmente grandi che tutti si preoccupano. Pietro la stringe a lungo. Molti hanno gli occhi lucidi. Qui, davanti a Sant' Apollinare: lui, il fratello che non ha mai smesso di cercare la «piccolina» di casa, e tra le sue braccia una ragazzina con il flauto tra le dita, più o meno dell' età che aveva allora Emanuela...
Fabrizio Peronaci
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
intervenendo nell'ultima puntata di «Chi l'ha visto?», Pietro Orlandi ha rivelato che durante l'iniziativa «Verità e giustizia per Emanuela» svoltasi il 21 gennaio 2012 a Roma, in Sant'Apollinare, è stato notato un misterioso fotografo;
il luogo della manifestazione è stato scelto perché ospita la sepoltura del cosiddetto Renatino, uno dei capi della famigerata banda della Magliana. Egli, tumulato inizialmente al cimitero del Verano, fu poi sepolto in grande riservatezza, il successivo 24 aprile, nella Basilica di Sant'Apollinare, dove si era sposato nel 1988;
soltanto nel luglio del 2005 grazie ad una telefonata anonima alla trasmissione «Chi l'ha visto?» che disse «Riguardo al caso di Emanuela Orlandi per trovare la soluzione del caso andate a vedere chi è sepolto nella cripta della Basilica di Sant'Apollinare e del favore che Renatino (Enrico De Pedis) fece al cardinal Poletti e chiedete alla figlia del barista di via Montebello che anche la figlia stava con lei... con l'altra Emanuela»;
poco tempo dopo andò in onda un servizio di una giovane reporter, inviata speciale sempre per la trasmissione «Chi l'ha visto?», in cui furono resi pubblici i documenti originali e le foto del sarcofago sistemato nel sotterraneo della Basilica di Sant'Apollinare confermando quanto detto dalla telefonata anonima;
la manifestazione si è svolta davanti la basilica perché, per cercare nuovi elementi, in più di un'occasione, è stata chiesta l'apertura della tomba di Renatino. Per capire se il corpo è proprio quello di De Pedis, ma anche per allontanare il dubbio che in quella bara possa nascondersi chissà quale altro segreto. Finora però, l'apertura su disposizione della magistratura non è mai avvenuta;
tornando al misterioso e inquietante fotografo, secondo alcuni manifestanti, che lo hanno fotografato a loro volta, si tratterebbe di un membro della vigilanza vaticana. Durante la trasmissione sono state mostrate due immagini dell'uomo e numerosi spettatori hanno risposto all'appello lanciato per identificarlo, chiamando in diretta e accreditando questa ipotesi; il fratello di Emanuela Orlandi si è rivolto quindi direttamente all'uomo affinché chiarisca le ragioni della sua presenza -:
sia a conoscenza dei fatti e, nell'eventualità positiva quali iniziative gravi ed urgenti intenda adottare per ottenere, anche dalle autorità vaticane, elementi per l'identificazione del misterioso fotografo, anche in considerazione del fatto che, se esso si rivelasse effettivamente un agente dello Stato Città del Vaticano, risulterebbero ad avviso degli interroganti violate numerose norme non solo dell'ordinamento giuridico nazionale, ma anche di quello internazionale, causando un vulnus alla sovranità nazionale ancor più grave che nella prima ipotesi formulata.
(4-14671)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata lunedì 16 luglio 2012
nell'allegato B della seduta n. 666
All'Interrogazione 4-14671 presentata da
MARCO BELTRANDI
Risposta. - Il 21 gennaio 2012, come riferito dall'interrogante, si è svolta a Roma, in piazza Sant'Apollinare, una manifestazione allo scopo di «sensibilizzare l'opinione pubblica e per ricordare Emanuela Orlandi», alla quale hanno partecipato circa 200 persone, senza alcuna turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Sull'episodio relativo alla presenza di un presunto agente della sicurezza del Vaticano che avrebbe scattato alcune fotografie nel corso della predetta manifestazione, la squadra mobile di Roma, su delega dell'autorità giudiziaria, sta svolgendo indagini per giungere alla sua identificazione, attualmente coperte da segreto istruttorio.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo De Stefano.
Questo è il resoconto dell'Assemblea (bozze non corrette in corso di seduta):
ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02176
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 612 del 27/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: VELTRONI WALTER
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2012 AMICI SESA PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2012 GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2012 BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2012 COSCIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2012
Destinatari
Ministero destinatario:Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 27/03/2012
- MINISTERO DELL'INTERNO
Stato iter:
CONCLUSO il 28/03/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 28/03/2012 RISPOSTA GOVERNO 28/03/2012 REPLICA 28/03/2012 Resoconto VELTRONI WALTER PARTITO DEMOCRATICO Resoconto CANCELLIERI ANNA MARIA MINISTRO INTERNO Resoconto VELTRONI WALTER PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:
DISCUSSIONE IL 28/03/2012
SVOLTO IL 28/03/2012
CONCLUSO IL 28/03/2012
Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02176
martedì 27 marzo 2012, seduta n.612
VELTRONI, MARAN, AMICI, GIACHETTI, BELTRANDI e COSCIA. -
- Per sapere - premesso che:
sabato 21 gennaio 2012, dopo 28 anni di inutili ricerche e chiedendo che venga fatta luce e giustizia sul caso di Emanuela Orlandi, alcuni cittadini italiani si sono ritrovati davanti alla Basilica di Sant'Apollinare in Roma, su iniziativa del fratello della ragazza, Pietro, per sollecitare l'ispezione della tomba del boss della banda della Magliana, Renato De Pedis, sita nella cripta dell'edificio, fugando una volta per tutte i sospetti circa i legami tra la scomparsa della giovane e la sepoltura dell'uomo, da tempo oggetto di indagini da parte della magistratura;
giova ricordare che il 10 marzo 1990 il cardinal Ugo Poletti, vicario generale della diocesi di Roma, autorizzava la sepoltura di De Pedis nella Basilica di Sant'Apollinare, e così avveniva entro il successivo mese di aprile del 1990;
secondo la normativa dell'epoca (articolo 341 del regio decreto n. 1265 del 1934), però, la tumulazione di cadaveri in luoghi diversi dal cimitero poteva avvenire solo in base ad un decreto autorizzativo del Ministro dell'interno, decreto di cui non è stata mai accertata l'effettiva esistenza;
come è emerso da un servizio della trasmissione Chi l'ha visto trasmessa da Rai tre mercoledì 25 gennaio 2012, la protesta pacifica in ragione dei ritardi dell'inchiesta sarebbe stata turbata dalla presenza di un uomo, riconosciuto da alcuni manifestanti come un agente delle forze di sicurezza vaticane in borghese, che avrebbe fotografato i presenti con atteggiamento definito intimidatorio -:
se la presenza dell'agente in borghese sia stata verificata dalle autorità italiane e, in questo caso, se non si ritenga improprio e pregiudizievole l'atteggiamento degli agenti dello Stato Vaticano, che avrebbero proceduto a identificare cittadini che manifestavano nel territorio italiano, se esista il decreto del Ministero dell'interno che autorizza la sepoltura di De Pedis nella Basilica di Sant'Apollinare, quando sia stato firmato e da chi, e se, assieme a eventuali documenti dei servizi di sicurezza, sia stato consegnato alla magistratura inquirente. (3-02176)
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Pietro ORLANDI
pietro_1959@libero.it
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