21.01.2012 00:00

Incontro per Emanuela a Piazza Sant'Apollinare

Sabato 21 gennaio si è svolta in piazza Sant'Apollinare a Roma, una bella e toccante manifestazione in onore di Emanuela, per chiedere come sempre verità, ma anche per chiedere spiegazioni sull'insolita sepoltura di Renatino De Pedis, boss della Banda della Magliana, in quella Basilica.
Come prontamente documentato dal programma "Chi l'ha visto?", era presente in piazza un uomo della Gendarmeria Vaticana intento a fotografare (con una signora macchina fotografica!) i manifestanti e i volantini che tra essi circolavano. E a rispondere alla domanda "Come mai questo insolito fatto?" ci ha pensato ieri il Vaticano stesso con questo comunicato stampa, indirizzato alla trasmissione di Rai3:

"La manifestazione in Piazza Sant’Apollinare era pubblica e la popolazione era stata pubblicamente invitata a partecipare. Non aveva dunque alcun carattere riservato, e immagini e manifesti erano esposti intenzionalmente in pubblico. Era anche chiaro che in tale manifestazione si sarebbero fatti riferimenti al Vaticano. Poche settimane prima vi era anche stata una presenza organizzata in Piazza San Pietro. Non si vede dunque perché non si dovesse seguire ciò che sarebbe avvenuto in Piazza Sant’Apollinare, senza alcuna intenzione di identificazione di persone (del resto del tutto inutile) e tantomeno di intimidazione, ma riprendendo a fine di documentazione alcune immagini di manifesti e scritte esposti in pubblico proprio perché fossero visti e riportati dai media.
Per quanto riguarda i rapporti fra la Gendarmeria vaticana e le autorità italiane di Pubblica Sicurezza, sono ottimi e assolutamente trasparenti". 
 
Padre Federico Lombardi - direttore della Sala Stampa della Santa Sede
 
Voi che ne pensate? 
Per coloro che non erano presenti in piazza, riporto lo "scandaloso" testo di uno dei volantini che sono stati distribuiti in piazza: le 10 domande che la famiglia Orlandi si pone da 28 anni, a cui nessuno, per ora, ha mai dato né sembra voler dare una risposta!
 
10 DOMANDE PER LA VERITA' SU EMANUELA ORLANDI
 

1) Emanuela Orlandi, 15 anni, cittadina vaticana, figlia del messo pontificio Ercole, studentessa di II liceo amante della musica, fu strappata alla sua famiglia il 22 giugno 1983. Nei mesi precedenti lo
SDECE (servizi segreti francesi) aveva lanciato un allarme sull’imminente sequestro di un cittadino vaticano. Perché Santa Sede e Stato italiano (ministero dell’Interno, Procura, organi investigativi) sottovalutarono o negarono tale allarme?

2) Tre mesi dopo il sequestro un agente del Sisde annunciò alla famiglia: “Entro 15 giorni vi riconsegneremo Emanuela: mi raccomando, è stanca, portatela fuori Roma, in un posto tranquillo”. Poi negò di aver mai pronunciato quelle frasi. Cosa sapeva o gli avevano detto i suoi superiori?

3) Alla vigilia del Natale 1983 papa Giovanni Paolo II, durante una visita in casa Orlandi, disse ai familiari: “Quello di Emanuela è un caso di terrorismo internazionale”. Di quali elementi era in possesso? Perché questa pista è stata successivamente seppellita?

4) Perché il Papa poi divenuto Beato, capace di abbattere il muro di Berlino e farsi amare da milioni di fedeli, non è riuscito a scalfire il muro di silenzi attorno alla scomparsa di una ragazzina innocente, sua concittadina?

5) I nastri con le registrazioni telefoniche tra i rapitori e la Segreteria di Stato per chiedere lo scambio di Emanuela con Alì Agca risultano scomparsi. Perché lo Stato Vaticano ha respinto
tutte le rogatorie chieste dallo Stato italiano e sistematicamente negato la collaborazione prevista dai Patti Lateranensi?

6) Un alto funzionario della vigilanza vaticana dieci anni dopo il sequestro, alla vigilia di un suo interrogatorio in Procura, chiese a un suo superiore come comportarsi, e gli fu intimato: “… Le cose che sai tu non dir eniente… soprattutto non dire che la cosa è andata in Segreteria di Stato…”. La conversazione fu intercettata. Risponde al vero che tale funzionario, indagato per reticenza, ha ottenuto la cittadinanza vaticana ed è tuttora in servizio nella Santa Sede? Perché
sia gli inquirenti italiani sia lo stesso Vaticano non hanno mai chiarito questo fatto?

7) Nell’agosto 1983 Emanuela, secondo due testimonianze, fu portata in Alto Adige, e da lì in Germania. In seguito a tali segnalazioni fu aperta un’inchiesta con quattro indagati per sequestro di persona, tra i quali un funzionario del Sismi, cognato del proprietario del maso nel quale Emanuela fu vista entrare. Perché di questa indagine non si è mai data notizia? In base a quali prove nel 1997 si arrivò al proscioglimento? Perché nel 1997 fu deciso di non concedere la proroga alle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e sull’attentato a papa Giovanni Paolo II?

9) Perché la “pista della banda della Magliana”, fatta passare davanti all’opinione pubblica come risolutiva del caso, non ha portato a risultati concreti nonostante se ne parli dal 2008? L’unico indagato finito in carcere (per altri motivi) nel frattempo è tornato in libertà.

10) Perché da anni la Procura di Roma tarda (dopo averlo annunciato più volte) ad aprire la tomba del boss della Magliana, Enrico De Pedis detto “Renatino”, inspiegabilmente sepolto nella basilica di Sant’Apollinare a Roma?*

*per questa eventualità, più di un anno fa è stato eseguito un test del DNA sui familiari di Emanuela (ndr)

Grazie a Mel per l'articolo

Padre Pedro Huidobro, il rettore, l' aveva incontrato venerdì sotto l' altare: «Senta, volevo avvisarla che verremo in tanti, domani...». Il sacerdote aveva ascoltato assorto. Poi gli aveva sorriso: «Sono vicino a te e alla tua famiglia, Pietro. Per voi Orlandi le porte di questa chiesa sono sempre aperte». Ma ieri no, il portone di Sant' Apollinare è rimasto sbarrato. Quasi interamente coperto da un enorme striscione («Nessuno Stato né tantomeno la Chiesa possono giustificare la criminalità»), mentre lì di fronte tantissimi tenevano in alto la foto della ragazza scomparsa, alcuni mostravano lenzuola con su scritto «Fuori De Pedis dalla basilica», altri appendevano a uno spago tra due lampioni frasi come «anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti», mutuate da altre stagioni di protesta, Fabrizio De Andrè e il Maggio francese. Il caso Orlandi e il mistero della tomba: ieri pomeriggio, quando alle 16 è iniziata la manifestazione organizzata dal fratello di Emanuela e diventata un evento grazie al tamtam sul web , la scena faceva impressione. Oltre 500 persone davanti a Sant' Apollinare guardavano in assoluto silenzio due volontari che srotolavano la scritta di 4 metri per 2 e collocavano più in basso la «nuova» targa toponomastica: «Piazza Emanuela Orlandi» e, sotto, «Nei cuori dal 22 giugno 1983».

Ecco, la presa simbolica della piazza dei misteri (dove la figlia del messo pontificio di papa Wojtyla fu vista uscire dalla lezione di flauto per l' ultima volta e dove è sepolto Enrico De Pedis, capo indiscusso della banda della Magliana ma «grande benefattore» per l' allora rettore della basilica) è tutta lì, in quell' istantanea. «Quante volte l' ho aspettata qui con la moto, per portarla a casa», ricordava Pietro. Come fosse ieri: sono passati quasi tre decenni. E lui ancora la cerca, la sorella di 9 anni più piccola, resa tristemente famosa da quella fascetta dei manifesti che adesso tante manifestanti esibiscono sulla fronte. Un simbolo di appartenenza e di calore umano: l' orgoglio di esserci. «Grazie alla vostra spinta finalmente ci sentiamo più forti - scandisce adesso il fratello, impugnando un microfono allacciato alla presa del bar di fronte - Ho scelto questo posto perché la sepoltura di De Pedis è lo snodo di quel legame omertoso tra Stato, Chiesa e criminalità che si è portato via Emanuela». Pausa. Di nuovo silenzio. Tutti lo scrutano. Pietro si sbottona la giacca e mostra la maglia azzurra con la foto di un giudice siciliano famoso. « Per sciogliere quel legame - riprende gridando - servono autorità politiche non inclini a piegarsi al potere vaticano, una papa coraggioso e magistrati senza paura, come Falcone e Borsellino». Scatta l' applauso. Tutti gli si fanno attorno per stringergli la mano, incitarlo. Molti sono venuti in treno da lontano. Come Mario Sapellani e sua moglie Rosi, di Biella: «Sono medico, farò girare la petizione al papa tra i miei pazienti. Sono stufo di misteri: Piazza Fontana, Italicus, Ustica, Brescia, Claps, Orlandi... Possono bastare?». Maura Feliciani insegna matematica e vive a Bologna: «Ho sempre avuto l' immagine dei manifesti in mente: voglio verità». Maria Antonietta Sambati, operatrice sociosanitaria, abita a Lacchiarella, vicino Milano. «Sono qui - ironizza - perché non ho i soldi per comprarmi un posto in Paradiso, come De Pedis». Cala la luce, si accendono la candele. É il momento più intenso: Gemma, una tredicenne arrivata da Siena con la mamma, improvvisa un concertino per ricordare Emanuela. Da Blowing in the Wind all' inno di Mameli. Pietro, la moglie Patrizia e gli altri ascoltano rapiti. É un attimo: le note finiscono, Gemma non regge all' emozione. Scoppia a piangere talmente forte e con lacrime talmente grandi che tutti si preoccupano. Pietro la stringe a lungo. Molti hanno gli occhi lucidi. Qui, davanti a Sant' Apollinare: lui, il fratello che non ha mai smesso di cercare la «piccolina» di casa, e tra le sue braccia una ragazzina con il flauto tra le dita, più o meno dell' età che aveva allora Emanuela...

Fabrizio Peronaci

 

 BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:  
 intervenendo nell'ultima puntata di «Chi l'ha visto?», Pietro Orlandi ha rivelato che durante l'iniziativa «Verità e giustizia per Emanuela» svoltasi il 21 gennaio 2012 a Roma, in Sant'Apollinare, è stato notato un misterioso fotografo;  
 il luogo della manifestazione è stato scelto perché ospita la sepoltura del cosiddetto Renatino, uno dei capi della famigerata banda della Magliana. Egli, tumulato inizialmente al cimitero del Verano, fu poi sepolto in grande riservatezza, il successivo 24 aprile, nella Basilica di Sant'Apollinare, dove si era sposato nel 1988;  
 soltanto nel luglio del 2005 grazie ad una telefonata anonima alla trasmissione «Chi l'ha visto?» che disse «Riguardo al caso di Emanuela Orlandi per trovare la soluzione del caso andate a vedere chi è sepolto nella cripta della Basilica di Sant'Apollinare e del favore che Renatino (Enrico De Pedis) fece al cardinal Poletti e chiedete alla figlia del barista di via Montebello che anche la figlia stava con lei... con l'altra Emanuela»;  
 poco tempo dopo andò in onda un servizio di una giovane reporter, inviata speciale sempre per la trasmissione «Chi l'ha visto?», in cui furono resi pubblici i documenti originali e le foto del sarcofago sistemato nel sotterraneo della Basilica di Sant'Apollinare confermando quanto detto dalla telefonata anonima;  
 la manifestazione si è svolta davanti la basilica perché, per cercare nuovi elementi, in più di un'occasione, è stata chiesta l'apertura della tomba di Renatino. Per capire se il corpo è proprio quello di De Pedis, ma anche per allontanare il dubbio che in quella bara possa nascondersi chissà quale altro segreto. Finora però, l'apertura su disposizione della magistratura non è mai avvenuta;  
 tornando al misterioso e inquietante fotografo, secondo alcuni manifestanti, che lo hanno fotografato a loro volta, si tratterebbe di un membro della vigilanza vaticana. Durante la trasmissione sono state mostrate due immagini dell'uomo e numerosi spettatori hanno risposto all'appello lanciato per identificarlo, chiamando in diretta e accreditando questa ipotesi; il fratello di Emanuela Orlandi si è rivolto quindi direttamente all'uomo affinché chiarisca le ragioni della sua presenza -:  
 sia a conoscenza dei fatti e, nell'eventualità positiva quali iniziative gravi ed urgenti intenda adottare per ottenere, anche dalle autorità vaticane, elementi per l'identificazione del misterioso fotografo, anche in considerazione del fatto che, se esso si rivelasse effettivamente un agente dello Stato Città del Vaticano, risulterebbero ad avviso degli interroganti violate numerose norme non solo dell'ordinamento giuridico nazionale, ma anche di quello internazionale, causando un vulnus alla sovranità nazionale ancor più grave che nella prima ipotesi formulata.  
 (4-14671)

 Atto Camera  
   
 Risposta scritta pubblicata lunedì 16 luglio 2012   
 nell'allegato B della seduta n. 666   
 All'Interrogazione 4-14671 presentata da   
 MARCO BELTRANDI   
 Risposta. - Il 21 gennaio 2012, come riferito dall'interrogante, si è svolta a Roma, in piazza Sant'Apollinare, una manifestazione allo scopo di «sensibilizzare l'opinione pubblica e per ricordare Emanuela Orlandi», alla quale hanno partecipato circa 200 persone, senza alcuna turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica.   
 Sull'episodio relativo alla presenza di un presunto agente della sicurezza del Vaticano che avrebbe scattato alcune fotografie nel corso della predetta manifestazione, la squadra mobile di Roma, su delega dell'autorità giudiziaria, sta svolgendo indagini per giungere alla sua identificazione, attualmente coperte da segreto istruttorio.   

 Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo De Stefano. 

 

Questo è il resoconto dell'Assemblea (bozze non corrette in corso di seduta):
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata(ore 15,03).
(Elementi ed iniziative in relazione ad una manifestazione sul caso di Emanuela Orlandi svoltasi nel mese di gennaio 2012 presso la basilica di Sant'Apollinare di Roma - n. 3-02176)


PRESIDENTE. L'onorevole Veltroni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3- 02176, concernente elementi ed iniziative in relazione ad una manifestazione sul caso di Emanuela Orlandi svoltasi nel mese di gennaio 2012 presso la basilica di Sant'Apollinare di Roma (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).


WALTER VELTRONI. Signor Ministro, da 28 anni la famiglia di Emanuela Orlandi (con noi oggi ci sono le sue sorelle e suo fratello) cerca disperatamente di conoscere le ragioni della scomparsa di una bambina di 15 anni mai più tornata a casa, così come della sua coetanea Mirella Gregori. Io le pongo tre questioni molto rapidamente.
La prima riguarda la ragione per la quale, durante una manifestazione organizzata da Pietro Orlandi in solidarietà con sua sorella davanti alla basilica di Sant'Apollinare, come documentato dalla trasmissione Chi l'ha visto, una persona abbia fotografato i partecipanti e questa persona sia risultata appartenente alla gendarmeria vaticana, cioè ad uno Stato estero che non credo abbia la possibilità di fotografare e documentare la partecipazione di cittadini ad una manifestazione sul suolo di un altro Stato.
La seconda questione riguarda la sepoltura di Enrico De Pedis, uno dei capi della banda della Magliana, che è sepolto a Sant'Apollinare. Lei ieri ha detto, in Commissione antimafia, che non esiste nessuna carta del Governo italiano che possa dimostrare che siano stati osservati i presupposti di legge e siccome la basilica di Sant'Apollinare non si trova in una condizione di extraterritorialità, evidentemente si è trattato di una grave violazione di legge e le chiedo se non sia opportuno, da parte del Governo, rivolgersi in questo senso alla magistratura.
Terza ed ultima questione: se tutti i documenti dei servizi segreti su questa materia siano stati trasferiti alla competente autorità giudiziaria.


PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere.


ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro dell'interno. Signor Presidente e onorevoli deputati, l'onorevole Veltroni ed altri interroganti chiedono se esista il decreto del Ministro dell'interno che autorizza la sepoltura di Enrico De Pedis presso la basilica di Sant'Apollinare. In proposito si precisa che la normativa generale di settore vigente all'epoca prevedeva che la tumulazione cosiddetta privilegiata di cadavere in luoghi diversi dal cimitero fosse regolamentata dal combinato disposto degli articoli 341, R.D. del 27 luglio 1934, n. 1265 e 105 del decreto del Presidente della Repubblica 21 ottobre 1975, n. 803, e pertanto assoggettato ad un decreto del Ministro per la sanità, di concerto con il Ministro dell'interno, sentito il Consiglio di Stato e previo parere del Consiglio Superiore di sanità.
Informo incidentalmente che tale competenza è stata oggetto di devoluzione alle regioni e agli enti locali con decreto del Presidente della Repubblica n. 112 del 1998. Da verifiche effettuate presso gli uffici dell'amministrazione dell'interno non risulta che sia stato adottato il citato decreto di cui all'interrogazione, né risulta che siano mai stati interessati né la prefettura di Roma né la direzione generale dei culti, all'epoca articolazione centrale del mio dicastero.
L'esito infruttuoso delle ricerche va verosimilmente anche correlato ad un ulteriore elemento ed infatti per le tumulazioni in luoghi collocati all'interno della città del Vaticano trova applicazione una disposizione di carattere derogatorio e speciale: l'articolo 2 del regio decreto del 16 giugno 1938, n. 1055, secondo la quale testualmente l'introduzione delle salme dal territorio del Regno d'Italia nello Stato della Città del Vaticano è autorizzato dal governatore di quello stesso Stato. Appare a questi effetti ulteriormente rilevante la circostanza che la basilica di Sant'Apollinare, dove è avvenuta la tumulazione del De Pedis, è appunto ubicata nel territorio dello Stato della Città del Vaticano.
Per completezza di informazione aggiungo che, nel corso dell'audizione tenuta lo scorso 11 ottobre presso la Commissione parlamentare antimafia dei rappresentanti della procura della Repubblica di Roma e della procura distrettuale antimafia è stata riferita la circostanza che sarebbero state rilasciate a suo tempo dal comune di Roma le autorizzazioni prescritte per la traslazione della salma.
Per quanto riguarda infine l'episodio verificatosi nel corso della manifestazione del 21 gennaio scorso, rilevo che dall'informativa dell'autorità di pubblica sicurezza non emergono fatti che abbiano inciso sulla tenuta dell'ordine pubblico.
Informo altresì che, su delega dell'autorità giudiziaria, sono in corso indagini da parte della squadra mobile di Roma per identificare il presunto agente della sicurezza del Vaticano che avrebbe scattato alcune fotografie nel corso dell'evento.


PRESIDENTE. L'onorevole Veltroni ha facoltà di replicare.


WALTER VELTRONI. Signor Presidente, signor Ministro, lei ci ha detto che i requisiti di legge che erano previsti non sono stati ottemperati e, cioè, che la procedura Ministero della salute-Ministero dell'interno non è stata rispettata.
Sulla natura della Basilica di Sant'Apollinare come interna allo Stato del Vaticano, la prego di svolgere ulteriori approfondimenti, perché, a giudicare da quanto risulta dal sito stesso della Città del Vaticano, il complesso di Sant'Apollinare non risulta all'interno delle sedi che vengono definite con i criteri di extra territorialità. Tuttavia, se anche fosse, non posso immaginare che un altro Stato possa decidere autonomamente di spostare un cittadino italiano - per De Pedis vale il diritto alla sepoltura come per qualsiasi altro cittadino - e collocarlo in una sede di sua responsabilità.
Aggiungo, al netto di questa considerazione, che non riesco ad accettare l'idea che il capo della banda della Magliana, a capo di una struttura criminale che è stata, purtroppo, protagonista di una delle pagine più tragiche della nostra storia recente, sia sepolto in una delle basiliche più importanti di Roma. Lo considero del tutto eticamente inaccettabile, e so quanto la Chiesa abbia combattuto: penso a Don Puglisi, penso a quello che in altri momenti ha detto Giovanni Paolo II, penso a Don Diana, all'impegno di tanti cattolici per la legalità. Penso, dunque, che gridi come uno scandalo la presenza del capo di un'organizzazione criminale di quella dimensione dentro la Basilica di Sant'Apollinare, tanto più se ciò è stato fatto senza che venissero rispettati i requisiti di legge richiesti.


PRESIDENTE. La invito a concludere.


WALTER VELTRONI. Aggiungo anche questo, signor Ministro: questa storia dura da troppo tempo, ed è una storia nella quale la famiglia Orlandi e, con essa, l'intero Paese, è stata sottoposta ad una quantità di depistaggi e di false verità del tutto inaccettabili.
Ancora recentemente, l'autorità giudiziaria ha assicurato alla giustizia due esponenti della banda della Magliana: un padre e un figlio. Pensi cosa si è scoperto, a giudicare dalle rivelazioni contenute negli articoli dei giornali che riferiscono di questa inchiesta: il figlio è l'autore di una telefonata alla trasmissione Chi l'ha visto del 2005, in cui diceva di andare a cercare nella Basilica di Sant'Apollinare, e il padre è l'autore delle telefonate alla famiglia Orlandi nel 1985.
È chiaro che qui c'è qualcosa di molto marcio e, poiché la banda della Magliana non è un soggetto neutro, ma è stata agenzia di tante vicende sporche che sono accadute in questo Paese, la preghiera, signor Ministro, è di andare veramente fino in fondo e che lo Stato italiano prema sullo Stato Vaticano, perché per la famiglia Orlandi e per la famiglia Gregori e per tutto il Paese, ora è il momento di conoscere la verità.

 

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02176

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 612 del 27/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: VELTRONI WALTER
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 27/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2012
AMICI SESA PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2012
GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2012
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2012
COSCIA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 27/03/2012
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 27/03/2012
Stato iter:
CONCLUSO il 28/03/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/03/2012
RISPOSTA GOVERNO 28/03/2012
REPLICA 28/03/2012
Resoconto VELTRONI WALTER PARTITO DEMOCRATICO
 
Resoconto CANCELLIERI ANNA MARIA MINISTRO INTERNO
 
Resoconto VELTRONI WALTER PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:
DISCUSSIONE IL 28/03/2012
SVOLTO IL 28/03/2012
CONCLUSO IL 28/03/2012
Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02176
presentata da
WALTER VELTRONI
martedì 27 marzo 2012, seduta n.612

VELTRONI, MARAN, AMICI, GIACHETTI, BELTRANDI e COSCIA. -
Al Ministro dell'interno.
 

- Per sapere - premesso che:


sabato 21 gennaio 2012, dopo 28 anni di inutili ricerche e chiedendo che venga fatta luce e giustizia sul caso di Emanuela Orlandi, alcuni cittadini italiani si sono ritrovati davanti alla Basilica di Sant'Apollinare in Roma, su iniziativa del fratello della ragazza, Pietro, per sollecitare l'ispezione della tomba del boss della banda della Magliana, Renato De Pedis, sita nella cripta dell'edificio, fugando una volta per tutte i sospetti circa i legami tra la scomparsa della giovane e la sepoltura dell'uomo, da tempo oggetto di indagini da parte della magistratura;

giova ricordare che il 10 marzo 1990 il cardinal Ugo Poletti, vicario generale della diocesi di Roma, autorizzava la sepoltura di De Pedis nella Basilica di Sant'Apollinare, e così avveniva entro il successivo mese di aprile del 1990;

secondo la normativa dell'epoca (articolo 341 del regio decreto n. 1265 del 1934), però, la tumulazione di cadaveri in luoghi diversi dal cimitero poteva avvenire solo in base ad un decreto autorizzativo del Ministro dell'interno, decreto di cui non è stata mai accertata l'effettiva esistenza;

come è emerso da un servizio della trasmissione Chi l'ha visto trasmessa da Rai tre mercoledì 25 gennaio 2012, la protesta pacifica in ragione dei ritardi dell'inchiesta sarebbe stata turbata dalla presenza di un uomo, riconosciuto da alcuni manifestanti come un agente delle forze di sicurezza vaticane in borghese, che avrebbe fotografato i presenti con atteggiamento definito intimidatorio -:

se la presenza dell'agente in borghese sia stata verificata dalle autorità italiane e, in questo caso, se non si ritenga improprio e pregiudizievole l'atteggiamento degli agenti dello Stato Vaticano, che avrebbero proceduto a identificare cittadini che manifestavano nel territorio italiano, se esista il decreto del Ministero dell'interno che autorizza la sepoltura di De Pedis nella Basilica di Sant'Apollinare, quando sia stato firmato e da chi, e se, assieme a eventuali documenti dei servizi di sicurezza, sia stato consegnato alla magistratura inquirente. (3-02176)

 

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Pietro ORLANDI

pietro_1959@libero.it


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