20.01.2014 21:03

Emanuela Orlandi, una petizione mondiale ma non universale.

Di richieste di incontro ne sono state fatte tante: scritte, verbali, fatte arrivare dai media, dai manifestanti in piazza e da ben due petizioni.

Destinatario Stato Città del Vaticano, mittente la famiglia ORLANDI o meglio, Pietro ORLANDI e tutto un gruppo di persone che si sono unite virtualmente su una pagina Facebook che ad oggi conta più di 29 mila membri. Risposte: nessuna!

La prima petizione, lanciata nel 2011  contava più di 80 mila aderenti e si rivolgeva al Santo Padre con la seguente richiesta:

Santità, mi rivolgo a Lei nella sua duplice veste di capo di Stato e di rappresentante di Cristo in terra per chiederLe di porre in essere tutto ciò che è umanamente possibile per accertare la verità sulla sorte della Sua connazionale Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. Il sequestro di una ragazzina è offesa gravissima ai valori religiosi e della convivenza civile: a Emanuela è stata fatta l’ingiustizia più grande, le è stata negata la possibilità di scegliere della propria vita. Confido in un Suo forte e ispirato intervento perché, dopo 28 anni, gli organi preposti all’accertamento della verità (interni ed esterni allo Stato Vaticano) mettano in atto ogni azione e deliberazione utili a fare chiarezza sull’accaduto. Un gesto così cristiano non farebbe che dare luce al Suo altissimo magistero, liberando la famiglia di Emanuela e i tanti che le hanno voluto bene dalla straziante condanna a un’attesa perenne.

Il testo fu consegnato al Segretario di Papa Benedetto XVI, Mons. Georg GANSWEIN, il quale rispose che la stessa doveva essere indirizzata al Segretario di Stato, allora Card. Tarcisio BERTONE e non direttamente al Pontefice chiedendo però con aria di stizza, chi fosse tutta quella “gente” che lo appoggiava.

Silenzi e incomprensibili lungaggini senza un logico perché. Assurdità su una verità che fa ancora paura? Che mira le alte sfere ecclesiastiche? Complotti e loschi affari con pezzi di Italia deviata? D’altronde anche la magistratura italiana all’inizio si è persa nei meandri della burocrazia facendo passare mesi, anni. Decenni.

Nel frattempo, nei due ultimi anni trascorsi, la vicenda di Emanuela Orlandi ha subito svolte e riscontri.

  • Pietro insieme al giornalista del Corriere della Sera Fabrizio PERONACI ha pubblicato un libro, “Mia sorella Emanuela”, dove racconta la travagliata e tragica vicenda dal punto di vista personale. Da come la famiglia ha gestito la situazione fin dalle prime ore del sequestro a quando gli eventi sono diventati più grandi di loro e lasciati gestire, in alcuni casi, da persone la cui identità non era ben chiara;
  • Importanti trasmissioni televisive nazionali e internazionali (Germania e Francia in particolare) e radiofoniche hanno riacceso i riflettori sul rapimento di Emanuela;
  • Il 14 maggio 2012 viene riesumata, traslata e incenerita la salma di Enrico De Pedis dalla Basilica di S.Apollinare;
  • Il 27 maggio 2012  laMarcia Verità e Giustizia” che parte dal Campidoglio e finisce a Piazza S. Pietro. Una gigantografia di Emanuela viene distesa e affissa nella facciata del palazzo capitolino;
  • Numerose le presenze del gruppo Facebook di Emanuela, all’Angelus domenicale del Pontefice. Prima dell’ultimo Angelus, il 24 febbraio 2013, officiato dall’attuale Emerito è stata inviata una lettera con la quale si richiedeva un pensiero, una preghiera per Emanuela, ancora cittadina vaticana. Prima ancora, con una informativa datata 17 dic. 2011, veniva comunicato a Benedetto XVI che in Piazza S. Pietro “… sarà presente un gruppo di persone che porterà un appello sul caso Emanuela Orlandi. Il gruppo sarà guidato dal fratello della Orlandi Sig. Pietro … nessuno deve entrare nella Piazza con striscioni o cartelloni contenenti frasi offensive o slogan di protesta …”;
  • Il 17 marzo 2013, al termine della messa nella parrocchia di S. Anna l’incontro e il saluto tra la famiglia Orlandi e Papa Francesco fa presagire ad un successivo, formale e risolutivo colloquio privato. Pietro è ancora in attesa malgrado per ben quattro volte ha richiesto ufficialmente di essere convocato;
  • Mercoledì 3 aprile 2013, avvolta in un giornale datato 29 maggio 1985 viene fatta ritrovare a Fiore De Rienzo, all’epoca giornalista della trasmissione RAI “Chi l’ha Visto?”, la custodia contenente un flauto traverso  del tutto simile a quello di Emanuela. La persona che ha contattato il cronista afferma che il flauto è lo stesso che la ragazza trasportava quel maledetto 22 giugno 1983. La marca e il modello coincidono, la matricola non è abrasa, il colore e il rivestimento della custodia, consumato in determinati punti e i segni del tempo fanno presupporre sia proprio quello. Effettuati gli esami del DNA non sono però emersi segni incontrovertibili circa l’appartenenza ad Emanuela a causa delle pessime condizioni di conservazione e dai vari ambienti contaminati in cui è stato riposto in 29 anni. In seguito, la persona che ha fatto ritrovare il flauto viene sentito più volte in Procura;
  • Il 19 maggio 2013 viene allestito a Roma, nel piazzale del Circo Massimo, un gazebo per la raccolta delle firme della petizione ma soprattutto per far conoscere la vicenda di Emanuela ai più giovani. La manifestazione è quella della Race of the Cure, una tre giorni di eventi per le donne colpite da tumore al seno. Pietro ORLANDI prende la parola sul palco e sottolinea l’analogia che esiste nella parola ricerca tra le cause della malattia e la vicenda di Emanuela;
  • Il 22 giugno 2013, a trenta anni esatti dal rapimento, è stata organizzata una fiaccolata intitolata “Ritorno a Casa”. Ritrovo e punto di partenza dei manifestanti  è fissato nel luogo dove “la ragazza con la fascetta” è stata vista per l’ultima volta e l’arrivo sempre a Piazza S. Pietro, a pochi metri dalla sua abitazione. Più di ottocento manifestanti si sono incamminati con una candela accesa per ripercorrere a ritroso il tragitto che trenta anni prima avrebbe dovuto fare Emanuela per ritornare a casa dopo una lezione di musica. Nel mese di maggio ricorreva il trentesimo anniversario dellascomparsa di Mirella GREGORI e la sorella, Maria Antonietta, nella parrocchia S. Mattia di Roma  ha voluto ricordarla con un concerto musicale.

  • In alcune città italiane, a sostegno della petizione per la verità su Emanuela, l’attrice Federica FESTA ha portato sui palchi la rappresentazione teatrale “Il volo delle farfalle” scritta insieme al fratello Matteo FESTA vincitrice del premio FERSEN per la drammaturgia. Nello spettacolo, tre personaggi femminili danno voce e corpo alla storia: una venditrice di souvenir del Colonnato di San Pietro, una suora e Natalina, la sorella maggiore di Emanuela. Tutte e tre toccate in modo diverso da questa scomparsa. La ricostruzione dell’intricato destino di Emanuela diventa una grande sfida al silenzio, all’omertà, ai depistaggi che hanno lasciato la famiglia Orlandi sola, accanto all’ombra di un’assenza.
  • Il 20 novembre 2013 una rappresentanza del gruppo Facebook viene ricevuto in pubblica udienza in Piazza S. Pietro e durante la consueta sfilata sulla papa mobile gli viene lanciata  la maglietta di Emanuela. Una T-Shirt bianca con l’immagine di Emanuela con la scritta “E’ viva perché continuiamo ad amarla”. La maglietta viene raccolta e depositata nel retro della vettura.
  • Nella cittadina di MARENE (Cuneo) viene allestita e inaugurata una scuola di musica intitolata ad Emanuela.

Come consigliato da Mons. Georg GANSWEIN, Pietro ORLANDI lancia dal suo sito (  www.emanuelaorlandi.it  ) la seconda petizione, stavolta indirizzata al Segretario di Stato Vaticano Card. Tarcisio BERTONE: oltre 156 mila aderenti!

Gente”: il Popolo di Emanuela che aderisce da tutto il mondo: dalla penisola Scandinava al Sud Africa, dalla Russia agli Stati Uniti d’America.

Da stati piccoli come il Lussemburgo, Cipro, il Principato di Monaco, Malta, Isole Maurizie, Antille Olandesi e S. Marino fino alle potenze mondiali quali Australia, Giappone, Cina, India, Nuova Zelanda e Canada. 

Da paesi flagellati da guerre e insurrezioni come la Siria, la Somalia, il Congo, la Nigeria, l’Eritrea, il Burundi, il Libano, lo stato di Israele e l’Ethiopia ai paesi disgregati ormai autonomi come la Serbia, la Bosnia, la Slovenia, la Repubblica Ceca, la Croazia, la Macedonia, la Slovacchia.

L’ Africa con l’Egitto, l’Algeria, il Marocco, la Tunisia, la Libia, Tenerife, Mozambico, Senegal, Tanzania, Capoverde, Costa d’Avorio, Gambia, Mauritius e la Repubblica Sudafricana.

Il Nord America con gli USA, il Messico, Costa Rica, Cuba, El Salvador, Honduras, Repubblica Domenicana, Nicaragua, Porto Rico

L’ex URSS con la Russia, la Bielorussia, la Lituania, la Geogia, l’Ucraina e la Moldavia.

Paesi con religioni differenti: Emirati Arabi Uniti, Sri Lanka, Giordania, Arabia Saudita, Turchia, Pakistan, Malesia, Malawi, Kenya, Iran, Bahrain, Yemen e le Filippine.

Il sud America: Cile, Colombia, Paraguay, Equador, Bolivia, Venezuela, Brasile, Argentina, Perù e Uruguay.

L’Europa, con in testa l’Italia, la Svizzera, la Svezia, la Germania, la Francia, il Regno Unito, la Romania, il Belgio, la Spagna, la Polonia, l’Austria, l’Olanda, l’Albania, la Bulgaria, la Grecia, l’Irlanda, l’Ungheria, il Portogallo, i Paesi Bassi, la Danimarca, la Finlandia, la Norvegia, la Scozia e poi, due aderenti dallo Stato Città del Vaticano.

Tutto il mondo con Pietro Orlandi per sua sorella Emanuela.

Numeri, statistiche, paesi nel mondo; fosse stato appoggiato soltanto da una persona per il destinatario sarebbe grave . CentocinquantaSeimilaTrecentoTrentasei adesioni nel mondo: imbarazzante! Inspiegabile il silenzio che da trenta anni viene urlato a tanta gente.

Intanto la Petizione, visto il silenzio vaticano, ha varcato le soglie d’Italia ed è approdata a Bruxelles presso il Parlamento Europeo in Commissione all’Ufficio per le Petizioni e presso l’UE al Servizio Europeo per l´Azione Esterna (EEAS) al fine di favorire la sussistenza dei principi di democrazia, Stato di diritto, universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana, principi di uguaglianza, di solidarietà e rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale sensibilizzando le autorità vaticane ad accelerare la ricerca della soluzione del "Caso Orlandi", anche sollecitando una intensificazione della collaborazione fra le autorità competenti."

Il tutto anche per dare delle risposte alla Signora Ernestina da Monsumano Terme, la persona più anziana che ha aderito all’appello di Pietro che a 102 anni e per mezzo del figlio Gilberto commenta: “Arrivare alla verità sul caso di Emanuela non deve essere intesa come una mera ricerca di una persona scomparsa, ma deve costituire un monito sull’evoluzione della scena politica vaticana, italiana e internazionale. Veritas filia temporis – Aulo Gelio- “.

GP

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Pietro ORLANDI

pietro_1959@libero.it


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