22 giugno 2013 "Ritorno a Casa".
A 30 anni dalla scomparsa di Emanuela ORLANDI si è svolta la fiaccolata che ha ripercorso le strade da S.Apolinnare fino al Vaticano.
“A via dei Coronari erano cinquecento, ora che stanno entrando in piazza sono più di ottocento!”. Questa è stata l’esclamazione di preoccupazione di un funzionario, giacca e cravatta rigorosamente nera, addetto alla sorveglianza ad un suo subordinato. Gli ottocento sono i manifestanti della fiaccolata per Emanuela Orlandi e la piazza è quella della Città del Vaticano: Piazza S. Pietro.
Tutto inizia nel mese di aprile quando Pietro Orlandi, ospite dell’Amministrazione Comunale di Crotone per la presentazione del libro “Mia sorella Emanuela – Sequestro Orlandi – voglio tutta la verità”, annuncia una fiaccolata per il 22 giugno per ricordare il trentesimo anniversario della scomparsa della sorella. La partenza è fissata per le 19,30 davanti alla scuola di musica di Sant’Apollinare dalla quale uscì per l’ultima volta Emanuela. Da lì, per poco più di un chilometro, i partecipanti si metteranno in cammino ripercorrendo il percorso che la ragazza quindicenne, figlia del messo pontificio di Wojtyla, non riuscì a compiere quel 22 giugno 1983, esattamente trent’anni fa, per questo la manifestazione viene denominata “Ritorno a casa”.
Il primo Volantino pubblicitario viene affisso il 19 maggio nel gazebo di Circo Massimo, a Roma, per la raccolta delle firme della Petizione che Pietro ha fatto al Segretario di Stato con la quale richiede la nomina di una commissione cardinalizia d’inchiesta. Una candela, una data e l’immancabile volto della “ragazza con la fascetta” che ormai è diventato simbolo di una verità fino ad ora negata. Quel giorno circa mille persone hanno aderito alla Petizione che ad oggi è arrivata a oltre 154 mila firme (quasi il doppio di quelle relative alla richiesta a Benedetto XVI per “fare chiarezza sull’accaduto della scomparsa di una Sua concittadina Vaticana e di accompagnare e sostenere la famiglia per la ricerca della verità”. Appello rimasto inascoltato dall’Emerito al quale altre volte, gli è stata addirittura impedita una preghiera per Emanuela).
Pietro lancia l’appello e tutto il gruppo Facebook della pagina lo raccoglie a meno di un mese dall’evento.
Si cominciano ad organizzare gruppi di lavoro più o meno improvvisati, si lanciano partecipazioni ed eventi. Sulle bacheche degli organi di stampa e fans club di artisti cominciano ad apparire le locandine di partecipazione all’evento e molti sono i commenti di solidarietà verso la famiglia Orlandi. Un paio di incontri in un garage, la spartizione dei compiti e dopo ventidue giorni tutto era pronto. Le autorizzazioni (italiane e vaticane), lo striscione, le candele con i bicchierini antivento, le magliette, le mongolfiere, i ceri. L’opera di volantinaggio denominata “Operazione Attak” partiva a due settimane dall’evento coinvolgendo soprattutto le zone del centro di Roma (cassette della posta di condomini, parabrezza delle autovetture, banconi delle attività commerciali) anche se non sono stati tralasciati i “luoghi simbolo di Emanuela” (Torvajanica sul litorale romano, Magliana, Monteverde, Trastevere, l’ex stabilimento De Laurentis sulla Pontina, via del Pellegrino). Chi non potrà partecipare alla fiaccolata per questioni logistiche, ha creato un evento su una pagina dedicata alla manifestazione: accendere una candela presso la propria abitazione contemporaneamente alla partenza del corteo di Roma. Saranno così 1295 candele quelle che, assieme alle ottocento accese a S. Apollinare il 22 giugno, accompagneranno il corteo pacifico e silenzioso nelle strade del “Ritorno a casa”.
Tanta la gente in piazza, Pietro saluta tutte le persone che gli stringono la mano a dimostrazione della solidarietà per la drammatica vicenda che lui e la sua famiglia vive da troppo tempo. Volti noti della TV e del giornalismo professionista ma soprattutto volti normali. “E chi è la gente?” pronunciò Georg Gänswein (all’epoca assistente personale di Ratzinger e prelato d'onore di Sua Santità,
attualmente prefetto della Casa Pontificia) a Pietro Orlandi quando gli disse della Petizione che stava portando avanti. E’ questa “la gente”: il “Popolo di Emanuela”, persone normali, qualunque, accomunati da un solo motto: VERITA’ E GIUSTIZIA per tutti gli scomparsi. La manifestazione infatti non è solo per Emanuela, si sono voluti celebrare tutti gli svaniti nel nulla (rappresentati dall’ Associazione Penelope) e ci piace ricordare la presenza di Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella anch’essa misteriosamente scomparsa, e la silente Signora Maria Laura Bulanti madre del piccolo José Garramon.Si distribuiscono i palloncini colorati, le candele e le magliette con l’immagine di Emanuela con la scritta “LA VERITA’ RENDE LIBERI” e nel retro “E’ VIVA PERCHE’ CONTINUIAMO AD AMARLA”.
Ore 20, si parte in ritardo, si attraversano le vie che Emanuela avrebbe dovuto percorrere: via Sant’ Agostino, via dei Coronari, via Banco di Santo Spirito, Lungotevere, Ponte Sant’Angelo, largo Giovanni XXIII, via della Conciliazione e piazza Pio XII. Il Vaticano ci ha concesso di entrare nell’area del colonnato, tra obelisco e le transenne che danno al sagrato, a condizione che la manifestazione non assuma accenti di protesta e resti nell’ambito della fiaccolata-veglia. La prima ad entrare nella piazza è la Signora Maria, mamma di Emanuela che sinceramente commossa abbraccia e bacia i molti che gli si avvicinano. «Il mio sogno è che Papa Francesco scenda tra noi, per unirsi in preghiera. Sarebbe un segnale importantissimo di cambiamento dopo 30 di attesa della verità» diceva giorni prima Pietro Orlandi. Un sogno rimandato ancora una volta perché il Pontefice manca questo momento. Anche nel primo pomeriggio aveva disertato il concerto in occasione dell'Anno della Fede, organizzato dal Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione nell'aula Paolo VI. Monsignor Rino Fisichella ha annunciato che per un impegno «improrogabile» il Pontefice non avrebbe partecipato e ha letto un suo messaggio. «Nessun problema di salute», ha precisato. Il giorno successivo, Padre Lombardi, portavoce della Santa Sede rilascia questa intervista al TG2:
Dopo tanto tempo cosa può dire la Santa Sede su questa dolorosa vicenda?
- Anzitutto che la scomparsa di una persona è sempre una grande tragedia che provoca tanto dolore, non solo per la persona interessata ma anche per la famiglia. E la scomparsa di una persona ci deve fare ricordare anche le tante altre persone che scompaiono nel mondo e che vengono poi dimenticate.
Ma rispetto a segreti veri o presunti c’è stata collaborazione da parte del Vaticano?
- Certamente, fin dall’inizio. Giovanni Paolo II ha rivolto molti appelli. E poi coloro che hanno avuto funzioni e responsabilità nella Santa Sede hanno sempre collaborato con gli inquirenti italiani, hanno messo a disposizione tutte le informazioni che avevano, hanno permesso il controllo delle linee telefoniche, hanno risposto alle rogatorie. Anche per la tomba di De Pedis, si è incoraggiato ad approfondire definitivamente, in modo tale che non rimanesse una zona d’ombra possibile. Quello che però io voglio dire assolutamente è che non ci sono dei segreti mantenuti e che avrebbero potuto servire per risolvere il caso, non c’è stata una copertura. Continuare a dirlo e a pensarlo è calunnioso.
Si continua a parlare ancora oggi di piste per arrivare a una verità su Emanuela Orlandi. Qual è la sua opinione?
- Purtroppo questi 30 anni sono anche 30 anni di piste false che non hanno dato alcun risultato. Io inviterei a un rispetto dei fatti, a un rigore nella ricerca e a stare agli interlocutori veramente attendibili. Per parte del Vaticano certamente gli interlocutori sono la magistratura italiana.
In Piazza S. Pietro i manifestanti nel frattempo cominciano a lanciare i palloncini e le mongolfiere che lentamente salgono in cielo. Sono sessanta. Trenta per gli anni di assenza di Emanuela e trenta per Mirella GREGORI. Su ognuna è scritto il nome di uno scomparso. In tarda serata un funzionario in borghese ci dice che dobbiamo andare fuori, la Piazza ad una certa ora deve essere sgombra; restiamo a guardarci, stanchi, delusi ma contenti. Contenti di avere simbolicamente riportato a casa Emanuela. Papa Francesco non ha realizzato il desiderio di Pietro, per Sua volontà o per volontà degli “altri” ma noi, "la gente di Emanuela" continuiamo a sperare sapendo che anche oggi Emanuela e Mirella sono vive perché continuiamo ad amarle.
Dalla scena finale del film “Il muro di gomma” del 1991 di Marco Risi. Il giornalista Rocco (nella vita Andrea PURGATORI, all’epoca dei fatti inviato del Corriere della Sera) detta l’articolo alla redazione da una cabina telefonica, riassumendo tutte le manovre di depistaggio e menzogne attuate dagli uomini sotto processo elencando le loro responsabilità:
« Ci sono voluti dieci anni, dieci anni di bugie, dieci anni di perché senza risposta. Perché chi sapeva è stato zitto? Perché chi poteva scoprire non si è mosso? Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l'omertà, l'occultamento delle prove? C'era la guerra quella notte del 27 giugno 1980: c'erano 69 adulti e 12 bambini che tornavano a casa, che andavano in vacanza, che leggevano il giornale, o giocavano con una bambola. Quelli che sapevano hanno deciso che i cittadini, la gente, noi non dovevamo sapere: hanno manomesso le registrazioni, cancellato i tracciati radar, bruciato i registri, hanno inventato esercitazioni che non sono mai avvenute, intimidito i giudici, colpevolizzato i periti. E poi, hanno fatto la cosa più grave di tutte: hanno costretto i deboli a partecipare alla menzogna, trasformando l'onestà in viltà, la difesa disperata del piccolo privilegio del posto di lavoro in mediocrità, in bassezza. Ora, finalmente, mentre fuori da questo palazzo, dove lo Stato interroga lo Stato, piove, a molti sembra di vedere un po' di sole. Aspetta. Queste ultime tre righe non mi piacciono. Aggiungi soltanto... Perché? »
Perchè???
soRp@
Un particolare ringraziamento va a quei ragazzi del "Popolo di Emanuela" che con la loro generosità e operatività hanno sacrificato parte del tempo libero mostrando dedizione alla causa. A quelli che, con un contributo economico, hanno permesso lo svolgimento della manifestazione e non possiamo non citare di nuovo i ragazzi del gruppo Facebook, il Sig. Franco del bar Portofino, il Sig. Gaetano della società CO.GE.SIS e infine il nostro Tipografo di fiducia, Sig. Alberto della Promo Idea.
Grazie a Tutti!!
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Argomento: 22 giugno 2013 "Ritorno a Casa".
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Pietro ORLANDI
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